La maggior parte delle persone considera lo spazio come scontato; ancora più spesso, lo subisce passivamente, considerandolo come dato non modificabile.
L’architettura, intesa come organizzazione professionale dello spazio, dovrebbe dare una risposta a questo equivoco ma spesso non è così. Persino i grandi progetti architettonici possono essere pensati partendo da ipotesi teoriche sui bisogni delle persone, determinando la realizzazione di opere architettoniche, talvolta di notevole valore artistico, e vissute come estranee dal corpo sociale o addirittura come una sottrazione dello spazio vivibile,
La rete di professionisti che ha dato vita a MARGARETE condivide un medesimo approccio progettuale e metodologico d’indagine e nasce tra architetti che pongono alla base del proprio operato la consapevolezza di come lo spazio influenzi i comportamenti umani e della responsabilità che deve governare l’operato di chi è chiamato ad organizzare tali spazi.
Forse la giovane età e l’appartenenza di genere femminile ha contribuito a cogliere la necessità di abbattere le divisioni e le diffidenze che nelle persone va diffondendosi verso gli architetti: certamente ha aiutato l’elaborazione di un linguaggio nuovo ed essenziale, orientato all’ascolto delle necessità concrete della/del Cliente, intesa/o come colei/lui che dovrà abitare quello spazio che l’architetto è solo chiamato a definire.
Per questo MARGARETE ha strutturato un approccio che subordina la progettazione all’indagine sui desideri della/del Cliente ed alla gerarchia degli autentici bisogni della/del Committente.
Per noi di MARGARETE il lavoro di un architetto è ben fatto quando le/i Clienti sono stati aiutati a trasformare i propri spazi di vita/lavoro in luoghi che rispondono alle proprie esigenze ed ai desideri che si faceva fatica a mettere in pratica, perché in ciò è la qualità autentica di un progetto/intervento. In definitiva, come diceva Adolf Loos già nel 1910 “La casa deve piacere a tutti. A differenza dell’opera d’arte che non ha bisogno di piacere a nessuno” .